Medicina

Dolore alla cervicale dopo la quarantena per sedentarietà e postura scorretta? Corri ai ripari

Le cause del dolore cervicale

In questi giorni inattesi e destabilizzanti siamo stati tutti invitati a rimanere chiusi in casa affinchè il Coronavirus arrestasse la sua diffusione. E spesso, proprio a causa della reclusione “forzata”, della sedentarietà, dello smart working e del frequente utilizzo di dispositivi elettronici la nostra postura è stata scorretta, sia durante le ore di lavoro che durante quelle di relax.

In molti casi, tali comportamenti sbagliati, se protratti, determinano l’insorgenza di cervicalgia, con conseguente mal di testa, vertigini, dolore al collo, possibili disturbi della vista, della deglutizione e dell’udito.

“La cervicalgia, chiamata comunemente “cervicale”, – spiega il Prof. Antonio Monti, direttore scientifico Gruppo Monti Salute Più – è uno dei disturbi più diffusi del mondo occidentale e nelle forme acute anche causa di astensione dal lavoro. Colpisce indistintamente soggetti giovani e anziani, anche se l’incidenza è maggiore nella mezza età. Ne soffrono sei italiani su dieci. In Italia infatti sono circa 15 milioni i soggetti affetti da cervicalgia. Questi pazienti, indipendentemente dal sesso e dall’età, sono costretti a vivere una vita di disagio e sofferenza a causa di dolore al collo, alla nuca e alle spalle, rigidità dei movimenti e difficoltà a riposare”.

Le cause principali di questa patologia sono molteplici e varie, infatti, oltre a sedentarietà e a posture scorrette, possono determinarne l’insorgenza anche la pratica di attività sportive di tipo traumatico, la distorsione del rachide cervicale (“colpo di frusta”) in seguito a incidente stradale, o cause di natura intrinseca quali patologie degenerative (artrosi) o infiammatorie (artrite reumatoide).

Anche lo stress psico-emotivo, l’ansia e la depressione, che in questo periodo di pandemia hanno sicuramente colpito buona parte della popolazione, possono essere considerati una concausa nello sviluppo e nel mantenimento dei sintomi.

Di certo – prosegue il Prof. Monti – la causa posturale è la più importante e frequente: spesso è dovuta a motivi lavorativi (ad esempio ore passate davanti al computer), ad attività sportive mal eseguite o a comportamenti e stili di vita poco corretti, come l’abitudine di indossare calzature con tacchi vertiginosi; l’ideale sarebbe non indossare scarpe con un tacco superiore ai 5 cm. In molti di questi casi il fastidio e il dolore possono essere così importanti da incidere sulla qualità della vita. Non solo, ma il dolore può essere anche associato a disturbi neurovegetativi quali nausea, vomito, cefalea, sindrome vertiginosa e parestesie, come capogiri, senso di instabilità e formicolii alle mani o a tutto l’arto superiore”.

 

Cosa fare in caso di cervicalgia: alcuni rimedi

Se si ritiene di soffrire di questo disturbo è importante consultare un medico specialista in modo da avere la corretta diagnosi e intraprendere la terapia più indicata. A seconda della tipologia di cervicale infatti si può ricorrere a un trattamento di tipo farmacologico, chirurgico o fisioterapico, per ridurre infiammazione e dolore; o a ginnastica posturale per correggere i danni provocati dalle posture scorrette e sedentarie. Gli specialisti, per alleviare i dolori e sciogliere le contratture al collo e alle spalle, suggeriscono alcuni esercizi molto efficaci: stando in piedi, ad esempio, bisognerebbe mettere le braccia lungo il corpo, alzare le spalle inspirando, per poi rilasciarle espirando; oppure in piedi, girare lentamente la testa, dal centro verso sinistra e poi verso destra, senza forzare.

“Un ottimo rimedio può essere anche il massaggio cervicale – conclude il Prof. Monti – da eseguire  due/tre volte al giorno, insistendo su collo, spalle e schiena con creme decontratturanti, ad azione rilassante e distensiva, come ad esempio il nostro GEL PER MASSAGGI ARTICOLARI Saluterm: un gel ricco di acqua termale bicarbonato-solfato-calcica delle Terme Felsinee e a base di una miscela di erbe tra cui estratti di artiglio del diavolo, achillea, salsapariglia, lavanda, capsico, timo e arnica”.

A cura di Federica Pagliarone, giornalista scientifica